Non so quale sia la vostra strategia con i libri, ma la mia è la seguente: se un libro non mi prende già delle prima pagine, è difficile che vada avanti, anche se si tratta di un romanzo strafamoso. Anni fa, appena finito il liceo, mi sono imbattuta in questo libriccino di Tabucchi e l’ho prontamente abbandonato a metà. Il mese scorso l’ho ripreso in mano e l’ho divorato in una sera. Questo perché, a mio parere, nella nostra vita c’è un tempo per ogni cosa, evidentemente a 19 anni non avevo ancora raggiunto la maturità necessaria per apprezzare quest’opera.
Ecco la mia recensione di “Notturno indiano” di Tabucchi:
La trama di questo piccolo romanzo è semplice e diretta: il narratore racconta in prima persona il suo viaggio in India, alla ricerca del suo migliore amico Xavier, scomparso da tempo. Del protagonista non si conoscono molti dettagli, forse è proprio quest’assenza di particolari a farlo diventare immediatamente simpatico, potrebbe essere chiunque, uno di noi. Durante il suo viaggio, il nostro uomo fa diversi incontri notturni con i personaggi più disparati (e a volte disperati) dell’India: la prostituta pazza d’amore per Xavier, con la ladra Margaret e persino con il fantasma del viceré delle Indie. Uno degli incontri che mi ha colpito di più – e che probabilmente rappresenta di più l’India – è quello con un bambino e suo fratello deforme, che per pochi spiccioli legge il futuro.
Roux, il protagonista, vaga tra Bombay, Madras e Goa quasi senza meta, rincorrendo la chimera di Xavier, che sembra essersi volatilizzato nel nulla, non prima di aver lasciato un solco indelebile nel cuore di molte persone, a livello amoroso, professionale e umano. Il racconto si svolge quasi solo esclusivatamente di notte, mostrandoci un’India particolare e nottambula. Leggendolo si ha quasi l’impressione che Roux sia un esploratore senza bussola, un comandante che ha perso la rotta e cerca qualcosa che probabilmente non esiste e non è mai esistito. Grazie al colpo di scena finale, i nodi verranno al pettine… o forse è solo pura fantasia del protagonista?
Una cosa, però, non ho ancora capito: questo libro è un’ode all’India, al viaggio o all’insonnia o tutte tre insieme? Chissà, forse il bello è proprio che ognuno può vederci ciò che preferisce, plasmando così il racconto alla propria vita.
Oggi mi sento particolarmente filosofica e introspettiva, sarà la domenica pomeriggio a farmi questo strano effetto!
Solitamente che strategia utilizzate con i libri? Li terminate nonostante tutto o come me li lasciate a metà se non vi entusiasmano? Sono curiosa di sapere i vostri pareri.
di solito li lascio a metà se non mi convincono entro le prime 100 pagine (più o meno). Mi spiace non terminare un libro ma se penso a tutti quelli che avrei da leggere perché devo perdere tempo con uno che non mi convince? 🙂
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Esatto, penso anch’io la stessa cosa! 😀
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Se non mo piacciono, lascio i libri a metà. Anzi mi è capitato più di una volta di lasciare a metà libri che mo piacevano… Stefano
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Anche io ho un limite delle 100 pagine più o meno. È difficile continuare a leggere qualcosa con cui non si riesce ad entrare in comunicazione.
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Concordo, perdo proprio la voglia di leggere, preferisco andare avanti e scegliere un altro libro. Un saluto!
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Ciao Giulia! Che tempismo… anche io oggi parlo di Tabucchi!
Sono completamente d’accordo con te: c’è un tempo adatto per una certa lettura.
Circa quindici anni fa comprai “Cronache marziane” per mollarlo dopo nemmeno un terzo dall’inizio. Due anni fa, presa un po’ dalla vergogna, l’ho ricominciato e l’ho finito in pochi giorni, apprezzandolo moltissimo. Anzi, Bradbury mi ha aperto la porta della fantascienza e grazie a lui ho letto altri romanzi e racconti fantascientifici.
Un caro saluto!
🙂
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Cronache marziane mi manca! Provvederò al più presto 🙂
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Un tempo cercavo di finire i libri ad ogni costo. Adesso anch’io valuto tutto dai primi capitoli…Se non mi acchiappano da subito, mollo. Con Tabucchi non ho un buon rapporto…Ma questo libro sembra intrigante…😉 Ciao Giù, buona settimana!
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Questo te lo consiglio vivamente 😉 anche a te cara!
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Secondo me dipende dal periodo, dall’età, dall’influenza esterna, da tutto! Dai commenti infatti vedo come un libro che a primo impatto non abbia suscitato alcun feeling, dopo anni invece diventa inspiegabilmente un best seller ai nostri occhi! Ed è vero!
Io lo chiamo effetto “Promessi Sposi”, ricordi che duep**lle a scuola? Riletto adesso non avrebbe lo stesso effetto! (o forse no?) 😀
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Ahah sui promessi sposi preferisco non tentare la sorte 😀 ma su altri libri sicuramente hai ragione, a me è successo con un paio di romanzi ed è stata una bella sorpresa! Ciao cara!
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Io non ho un limite di pagine…può annoiarmi alla fine, all’inizio…mi baso sull’intuizione. Se mi sento annoiata…lo lascio lì 🙂
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Esatto, con i libri seguo molto l’istinto 🙂
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Quello che ti è successo con questo romanzo è incredibilmente successo anche a me.
Iniziato, lasciato lì ad impolverare nella pila di libri iniziati ed abbandonati, ripreso casualmente in mano e terminato in un baleno.
C’è davvero un tempo per tutto, ma anche un mood adatto ad ogni lettura.
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Hai proprio ragione, ci vuole un tempo e un mood adatto per ogni romanzo 🙂
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Mai letto ma lo farò presto. Sono d accordo con te. C’è sempre un tempo giusto anche per leggere un libro.
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